Due questioni di particolare interesse per la categoria, una partnership strategica per il territorio, e un pubblico attento e partecipato, hanno animato un appassionato dibattito dimostrando ancora una volta la capacità di Uea di trattare con competenza e terzietà temi di grande interesse per gli intermediari professionali. Il convegno, tenutosi lo scorso 28 giugno, a Matera, presso la sede della Camera di Commercio locale,ha visto in apertura gli interventi dei promotori: i delegati distrettuali Uea della Puglia, Martino Fischetti, coordinatore dei lavori, e quello della Basilicata, Giuseppe Tancredi, che ha così introdotto i temi oggetto della riflessione: “Mentre si insegue il mito della concorrenza, considerata risolutrice del caro polizze, non ci si preoccupa di stabilire regole certe a tutela del consumatore. Laddove il canale tradizionale dell’intermediazione assicurativa è vessato da regole, obblighi ed incombenze ed esposto al rischio di pesanti sanzioni pecuniarie o addirittura penali, sembra che l’intermediazione via web possa essere svolta senza regole. È evidente che siamo di fronte ad asimmetrie regolatorie e ad un sistema iniquo”.
Vediamo dunque i due aspetti – distinti, ma sostanzialmente correlati – di un problema che pone una sfida decisiva alla sopravvivenza stessa degli intermediari professionali. Francesco Barbieri, direttore dell’house magazine “Attualità Uea”, ha parlato di disintermediazione assicurativa, inquadrandola da un lato nella generale tendenza all’eliminazione dei corpi intermedi (come le stesse Camere di Commercio) e all’accorciamento della catena distributiva tra produttore e consumatore finale; dall’altro, nel caso specifico della strumentalizzazione del caro Rc auto, finalizzata a far ricadere la “colpa” del prezzo delle tariffe sui costi di intermediazione. “Oggi più che mai è necessaria una grande presa di coscienza collettiva – ha sottolineato Barbieri – sulla Rc auto, in Italia, gravano costi esogeni che Uea ha ampiamente denunciato in un recente convegno, non a caso organizzato a Napoli. Screditare o emarginare la figura dell’intermediario professionale significa privare i consumatore dell’unico soggetto capace di colmare il loro gap di conoscenza rispetto ai contratti che sottoscrivono; significa demandare ad un click la comprensione di clausole, garanzie, esclusioni ed opzioni di rivalsa che possono compromettere la corretta copertura dei rischi, ed in molti casi, minare la solidità patrimoniale di famiglie e imprese”.
In merito ai comparatori, Barbieri ha parlato di “frode istituzionalizzata” nella misura in cui, pur svolgendo a tutti gli effetti un’attività di intermediazione, non sono soggetti alle medesime regole e agli stessi controlli derivanti dall’iscrizione al Rui. “Altrettanto allarmante è la posizione di quei sedicenti comparatori dietro ai quali si nasconde una società di brokeraggio, quindi, come tale, regolarmente iscritta al Rui, ma che però non declina compiutamente la sua policy, né tanto meno comunica correttamente la sua figura professionale al consumatore, rendendola ben chiaramente visibile nella sua home page, ma soprattutto non ottemperando a tutti quegli obblighi informativi e documentali espressamente previsti per gli intermediari iscritti in sezione B”.
Da questo riferimento ha poi preso il via l’intervento di Giuseppe Villa, consigliere Uea, che ha esordito rimarcando il paradosso che attualmente schiaccia gli intermediari tra una burocratizzazione esasperata dell’attività consulenziale e un sistema di vincoli – e conseguentemente sanzioni – a cui invece non devono sottostare queste nuove figure del mercato, peraltro ancora non tutte figure chiaramente individuate sia sotto il profilo normativo che sotto quello fiscale”. Sul fronte delle sanzioni, Villa ha portato numerosi esempi dell’iniquità dell’impianto regolatorio e degli eccessi del Codice delle Assicurazioni anche rispetto ai codici primari, ma ha soprattutto ricordato come “oberare gli intermediari di obblighi e disposizioni significhi inibire una primaria forza formativa e propositiva del mercato e sottrarre ad essa tempo ed energie destinati altrimenti alla professionalità ed alla tutela degli interessi degli assicurati. Tempo ed energie che, soprattutto nell’attuale momento di crisi, devono essere ricondotti alla relazione effettiva con il cliente, all’ascolto delle sue esigenze, all’analisi dei suoi rischi nel corso del tempo, alla ricerca e alla proposizione di coperture ad alto valore di garanzie e prestazioni, all’efficiente assistenza dedicata nel momento del bisogno”.
Dal convegno, e dal dibattito che ne è seguito, è dunque emersa la necessità di rendere l’intermediario professionale un protagonista del sistema nell’interesse prima di tutto dei consumatori e della crescita del paese. “Le sfide alla nostra categoria – ha rilevato in conclusione il presidente di Uea, Filippo Gariglio – non provengono solo dal fronte interno, ma anche dall’Europa che si appresta a varare una nuova normativa, la IMD2, che potrebbe cancellare l’attuale sistema delle provvigioni. Non possiamo più aspettare, dobbiamo agire subito e dobbiamo farlo insieme, dandoci regole certe e condivise, e trovando il modo di valorizzare, di fronte ai cittadini e alla politica, la nostra fondamentale funzione sociale”.